NEO  E  VETERO

PUTTANESIMO

"Stupida massa di carname, Aiace millantator, che parli?" Questo disse l'eroe troiano Ettore al rivale Aiace, secondo quanto riferisce nell'Iliade Vincenzo Monti, il "gran traduttor dei traduttor d'Omero".  Impossibile non pensare a Giuliano Ferrara, vista la grande  "massa di carname", acquisita molto probabilmente quando quell'ex comunista (G. Ferrara) frequentava le feste dell'Unità per sequestrarne i proventi e inviarli al "centro" e, non contento, dopo aver vuotato le casse, continuava col saccheggio delle cucine. Massa di carname sì, ma non stupida, anche se ultimamente ci sono dei preoccupanti segni di inebetimento: da ricordare i vari interventi pro-Vaticano (adesione a movimenti "antiabortisti", interventi pro "vita in stato vegetativo" etc.) e da ultimo l'organizzazione, pro-puttanieri, della manifestazione "in mutande ma vivi" (per essere più aderente alla realtà avrebbe però dovuto essere nudo, non si sarebbe comunque visto nulla in quanto protetto dal pancione cadente): tutti segni preoccupanti di un precoce rincoglionimento senile. Continuiamo nell'analisi del possibile parallelismo Aiace-Giuliano: quel "millantator" si adatta o no a Ferrara? Qui è lecito dubitare: alcuni giornali e personaggi politici sostengono il "grande peso" del Ferrara nell'influenzare le ultime decisioni del "mafioso di Arcore", altri dicono che questo vanto sia immotivato, trattandosi di coincidenze puramente casuali. Parte finale: "... che parli?" Sì, parla tanto, parla troppo, cerca di parlare sugli altri per ridurli al silenzio. In conclusione: l'esame della proposizione ci dà un 70% di adattabilità al Giuliano, che può dirsi a ragione il più autorevole esponente del neoputtanesimo.

Giuliano Ferrara alla manifestazione IN MUTANDE MA VIVI
Se a Ferrara si può attribuire questo "titolo", ci sarà anche qualcuno a rappresentare il
veteroputtanesimo: non si possono avere dubbi, Marco Pannella non ha rivali. Questo personaggio ha compiuto malanni ed ha portato discredito e disprezzo per la vita politica, non tanto per essere stato direttamente responsabile di gravi azioni o delitti, ma per il suo continuo attacco alle istituzioni in generale, non a quelle mal funzionanti o corrotte. Il suo impegno nel disprezzo per le regole civili è di lunga durata ed ha avuto sicuramente un peso consistente nella (de)formazione di milioni di italiani. Quel suo voler essere fuori e sopra la legge, non giudicabile, ha fatto scuola e oggi qualcuno l'ha ampiamente superato. Non dimentichiamo che, con l'evidente scopo di "sputtanare" il mondo politico (quindi anche se stesso), fece eleggere al  Parlamento la "Cicciolina": anche in questo è stato un buon precursore. Pannella ama autocelebrarsi attribuendo a proprio merito due leggi che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della Repubblica Italiana: divorzio e aborto; ma è doveroso ricordare i veri artefici delle due leggi:  Loris Fortuna (divorzio) e Alfredo Biondi (aborto). Pannella, con il suo integralismo e  azioni provocatorie, creò solo  rischi al buon esito dei due referendum.

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