Montagne della Valle di Seren
La Valle, percorsa e scolpita nel tempo dal torrente Stizzon e
dai suoi affluenti, ha origine sul versante
settentrionale del M. Grappa. Sul fianco orientale il rilievo dal M. Grappa
(1775 m.) al M. Fontanasecca (1609 m.) scende di poco e per breve tratto sotto i
milleseicento metri, in corrispondenza della forcella dei Lebi, restando
comunque sempre
sopra i 1500 m. Visti dal versante opposto (da Col della Fontana a Col dei Bof
in particolare) questi monti presentano un versante impervio, spesso con pareti
quasi verticali nella parte mediana, cui segue più in basso una successione di "colli dalla
forma triangolare" che a loro
volta finiscono sul torrente Stizzón. Tra le pareti e i rilievi più bassi corre
la faglia che limita a est l'antica fossa oceanica, oggi Valle di Seren; la
forma triangolare delle "facce" dei rilievi più bassi è appunto indicatrice
della presenza della faglia. Oltre
il M. Fontanasecca il rilievo scende fin quasi a mille metri nei punti meno
elevati; la catena si assottiglia, aspra e precipite nei due versanti. Segue,
isolata, la solida mole piramidale del M. Peurna (1383 m.), limitata a Est da
Forcella Bassa, di poco superiore a 1000 metri. Superate le pendici occidentali
del Peurna, oltre la Val Carbonaia, la Valle di Seren si apre, almeno nel suo
lato orientale. Gli affluenti dello Stizzón su questo versante percorrono
valloni impervi, spesso ripidi già dallo sbocco sul torrente principale e
difficili da risalire; fanno eccezione i torrenti Avién e Carbonaia, che almeno
nel tratto terminale non hanno gradiente altimetrico elevato e sono maggiormente
sviluppati in lunghezza. Questi due torrenti sono stati facilitati nella loro
opera erosiva dall'essere impostati su due faglie trasversali rispetto a quelle
della Valle, faglie che hanno diviso e fratturato le rocce della catena,
rendendole più facilmente attaccabili; infatti, con i loro corrispondenti nel
versante opposto (Val Storta e Val dell'Inferno), hanno fortemente ridotto la
catena montuosa ai lati della solida piramide del M. Peurna, che si può
considerare l'ultimo monte della Valle sul lato orientale. Oltre il Peurna la
catena continua col sistema arcuato Sassumà-Monte
Santo-Tomatico.
La catena che inizia dal Grappa e limita a ovest il fianco sinistro della valle,
si abbassa rapidamente ai 1549 m. del M. Pertica. In questo tratto, che forma
la testata della valle, il crinale del rilievo va verso Sud Ovest, per assumere
poi andamento grossomodo parallelo alla catena del fianco orientale (SSW-NNE). I monti si
abbassano gradualmente andando dai 1482 metri del M. Prassolàn ai 1168 del M.
Roncón, che chiude a ovest il settore feltrino della Valbelluna. I rilievi più
significativi, scendendo dal M. Prassolàn al M.
Roncón: Cima Val Tosella (1391), M. Fredìna (1309), M. Cismón (1270) e Col de
Baio (1205); si tratta di rilievi erbosi rotondeggianti con lievi pendenze. Su questo lato la faglia che delimita a ovest l'antica fossa marina
corre vicina ai nuclei un tempo abitati, dal Col della Fontana alla Guizza e
fino a Caupo. Le ripide pareti rocciose non caratterizzano tutto questo fianco
come ad Est; nella parte iniziale il fondovalle si trova a quote superiori a mille
metri, e i rilievi vi confluiscono senza asperità; segue un tratto in cui lo
Stizzón corre incassato in una gola profonda, e qui i contrafforti precipitano
ripidi sul torrente, come sulla zona delle Calàde alla base del M. Prassolàn.
Man mano che si scende nella Valle le balze rocciose lasciano gradualmente spazi
più ampi, presentandosi però in corrispondenza dei contrafforti che si spingono
verso il torrente, costringendolo a compiere delle anse, come sul
costone che scende dal Col de Baio passando per il Col dei Bof. Sono
presenti, nella catena che limita a ovest la Valle di Seren, degli avvallamenti
compresi tra i contrafforti che scendono dalle varie cime. Val dell'Albero (tra M. Prassolan
e Cima Val Tosella, da cui stacca il Col dei Letti); Vallonera, lunga e ampia,
compresa tra la catena principale, che col M. Fredina si spinge più a ovest, e il contrafforte che continua il Col dei
Letti; è in parte parallela alla valle dello Stizzón; Reselé (tra il M. Cismón e il
Col de Baio); queste "valli" sono in quota, tra 900 e 1200 metri, praticamente
"sospese" sulla Valle principale dello Stizzón. Segue infine la
profonda e inquietante valle del torrente Boarnàl, il più importante affluente
sul lato occidentale. Questo vallone, chiamato Boarnàl come il corso d'acqua, ha
un'ampia testata a semicerchio, compresa tra Col de Baio e Roncón; il torrente
principale scende da quest'ultimo, e corre per buon tratto in senso contrario
allo Stizzón; confluisce in quest'ultimo sbucando da una gola che limita la
vista sul Boarnàl a chi transita sulla strada della Valle. La catena dei monti
della riva sinistra (fianco occidentale) termina col M. Roncón, che finisce con
le ultime propaggini ai limiti della piana di Fonzaso, ben oltre il limite della
Valle di Seren.
Monti del fianco orientale
Dal
Col dei Bof la cima orientale del
M. Grappa, altitudine 1775m come quella su
cui son costruite le opere in ricordo dei Caduti nel primo conflitto mondiale.
Si nota l'edificio circolare del cosiddetto "osservatorio", un tempo stazione di
raccolta dati meteo.
Vista
sul Rifugio Bocchette, sulle cime orientali del Grappa e su costone di Cà Tassón,
quest'ultimo teatro di sanguinosi scontri. Prati delle Bocchette coperti dalle
fioriture, in particolare di crocus, immediatamente successive allo scioglimento
della neve caduta particolarmente copiosa l'inverno precedente. Immagine del 25
Aprile 2014.
Le
cime orientali del monte Grappa, dalla Croce dei Lebi. Era l'agosto 1995.
Dai
pressi del Forcelletto verso Col dell'Orso, in fondo a sinistra.
Vista
dai pressi di Cima Tosella, sopra Val dell'Albero, sui monti con al centro il
Col dell'Orso. E' quasi la fine di aprile, l'apertura delle foglie dei faggi ha
raggiunto la neve che ancora resiste a milletrecento metri.
Altra
immagine della catena orientale, da Col dell'Orso al M. Fontanasecca, sempre dal
prato nelle vicinanze di Cima Tosella. Prato già verde per la nuova erbetta; si
noti la differenza di colore sui due versanti della Val dell'Albero: a destra (pusterno)
la neve è appena sciolta e l'erba non è ancora cresciuta; dall'altra parte (solivo)
il prato è più verde.
Sopra
la strada che sale dai Segàt e attraversa Val Lavazè. La neve è scesa dai prati
sommitali tra Col dell'Orso e M. Salarol, e in grande quantità rimane ancora a
metà maggio (2014).
Immagine
invernale dei Solaroli, da cui staccano le valanghe che riempiono la "Busa dela
Neve": si scorgono i due valloni che sembrano divergere, per poi unirsi sopra la
"Busa". Quando le nevicate sono molto abbondanti, le valanghe scendono in basso,
fino a interrompere la strada che sale dai Segàt.
Particolare
della sommità dei Solaroli, con neve abbondante (marzo 2014). Notare, sul filo
della montagna, le "ventadure": si tratta dell'accumulo di neve, provocato dal
vento che durante le intense nevicate soffia da sud-est e deposita la
precipitazione sul margine settentrionale dello
spartiacque.
Pian
dei Susinèr, nelle vicinanze del punto in cui, dalla ripida strada, si stacca,
sulla destra, il sentiero che sale alla "Busa dela Neve". Alle spalle una parete
che ha tutto l'aspetto di un monte; la parte che sta dietro è nascosta dalla
parete stessa.
Anche
questo rilievo ha l'aspetto di un monte isolato, invece è la parte finale di un
contrafforte che separa due profondi valloni, la "Busa dela Neve" e la valle
Lavazè.
Dai
Solaroli a Fontanasecca. Quest'ultimo monte si trova di fronte al
Pian de la Césa, e mostra una parete piuttosto aspra e tormentata che sovrasta la
testata della valle del torrente Misòla.
Quelli
che, dal Pian de la Cesa, si mostrano come contrafforti
di una parete frastagliata (vedi immagine precedente), più da vicino appaiono
come un rilievo autonomo (Còl de la Porta), dal momento che rimane nascosta la
parte più in alto, meno ripida e in parte prativa.
Verso
il monte Peurna: Colle Crodarotta (1149 m) e monte Paione (1170 m), nel settore
ove la catena si assottiglia, indebolita dalle faglie che la attraversano. E' la
zona che presenta gli unici tratti impegnativi nell'Alta Via degli Eroi.
Suggestivo
panorama sui contrafforti del fianco sinistro della Valle di Seren, dalle cime
al fondovalle. Interessante l'andamento simile delle loro pendenze: partendo
dalle sommità, inizialmente ripidi, poi quasi verticali; segue una consistente
attenuazione delle pendenze, che tornano a crescere nella parte terminale. In
fondo, lontano, l'altipiano prativo delle Bocchette, e
dietro il M. Pertica;
sulla destra il M. Prassolan. Foto scattata dalla sommità del M. Peurna.
Ancora
dalla cima del monte Peurna: monti dal Grappa, che si intuisce in fondo, al
monte Paione, piramide rocciosa con peccio sulla destra. Si nota bene il settore
in cui la catena, tormentata e disturbata dalla faglia dell'Avièn, si
assottiglia e si abbassa fino a poco più di mille metri.
M.
Peurna (1383 m), vista da ovest. Peurna svetta con la sua caratteristica
piramide sommitale, al centro dei due tratti in cui l'anticlinale
Grappa-Tomatico si abbassa a poco più di 1000 metri. I versanti est sud e ovest
sono aspri, con una caratteristica fascia di rocce verticali nel versante sud. A
nord la piramide svetta sopra il terrazzo pianeggiante di Pra Peurna, balcone
naturale sui monti dall'altipiano di Asiago alle Dolomiti.
Peurna:
la piramide sommitale, vista dal Col dei Bof.
Peurna
vista da Est, col versante sud caratterizzato dalla bancata di rocce verticali.
La via meno impegnativa, pur se faticosa, per la salita alla cima del monte
segue lo spigolo che si vede a destra. Si può salire direttamente dall'inizio di
Pra Peurna fino alla pista, da seguire fino al costone che precede di poche
centinaia di metri la fine della strada. Sul costone evidente impronta a salire
ricavata nella roccia; continuare sul costone, evitando a destra nel bosco un
unico punto con roccia friabile. Dietro la piramide del Peurna si vede
parte dell'ampia conca di Vallonera, nella catena dei monti su lato destro della
Valle di Seren.
Monti del fianco occidentale
Monte
Grappa dai prati della Cima Tosella. E' aprile avanzato, le valanghe
scendono trascinando detriti che lasciano strisce scure sopra le nevi
sottostanti. Sulla Cima Tosella la neve rimane ancora nelle zone riparate dal
sole, e si nota in superficie la polvere rossa caduta con la neve, accumulata
lungo linee determinate dal suo assestamento.
Prati
delle Bocchette ripresi
dal M. Tomatico, naturalmente con tele. Al centro oltre i prati, separato
da questi dalla foresta di pecci, il monte Pertica.
Bocchette
con l'omonimo rifugio, immerso nella fioritura dei crocus bianchi e blu. A
sinistra la sella del Forcelletto, ove si sale per prendere la strada che sale
al Grappa, oppure scendere a Caupo.
Ancora
il Rifugio Bocchette, con i prati
sovrastati dal Col di Buratto (1468 m). Le cime dei rilievi a ovest delle
praterie sono poco più in alto, circa duecento metri, hanno quindi l'aspetto di
colline con la parte sommitale coperta dalle peccete e fianchi non
eccessivamente ripidi.
Si
scende oltre il Col di Buratto, e si intravede, a destra, la sagoma
rotondeggiante della sommità del monte
Prassolàn.
Panorama
sulla parte alta della catena ovest, dal monte Pertica fin oltre il Prassolàn.
Si notano anche i prati delle Bocchette, quelli della costa di Prassolàn e parte
della Val dell'Albero. Sul fondovalle si notano, da destra, Col dei Pez, Col
della Fontana e Misole. Evidente il taglio della roccia sulla
strada che sale alle Bocchette dalla Valle, di cui si intuisce la notevole
pendenza sul fianco roccioso del M. Prassolàn, le Calàde. In primo piano Colle
Crodarotta con forcella d'Avien alla sinistra. Ripresa dai pressi di M. Santo.
Col
dei Letti, contrafforte ampio e pianeggiante che scende da Cima Tosella. Dal
Col le balze rocciose scendono poi ripidissime verso Pontera e
Col dei Pez.
Sullo sfondo le tre cime, allineate, di Peurna, Sassumà e Tomatico; più a destra
il monte Santo.
La
sommità del Col dei Letti, a nord del quale si vede parte della conca di
Vallonera. A centro il terrazzo prativo di Pradazern, dominato dal Col dei Bof.
Le
ripide balze rocciose che scendono dal Col dei Letti e incombono sulle case di
Col dei Pez e Col della Fontana.
Le
case di Val dei Frassen, sotto il contrafforte roccioso che scende da Cima
Tosella e Col dei Letti, e limita a est la conca di Vallonèra.
Boarnàl:
Vista sul profondo vallone dalla sua testata, nei pressi di
Case Secco. Si nota,
in fondo, la strada che attraversa lo Stizzón al Cristo ed arriva fino alle
pareti rocciose oltre le quali è impossibile salire ; altra strada percorre la
parte mediana del versante (entra da Costa da Sort dopo aver varcato lo Stizzón
a Stalle e passa presso l'agriturismo Albero degli Alberi) e giunge fino a Case
Secco.
Vista
su alcuni contrafforti che scendono allo Stizzón dalla catena del lato sinistro
dela Valle. In primo piano Costa da Sort che scende da Roncón; dietro i profili
che scendono a Pradazern e Col dei Bof dal Col de Bàio. In fondo il costone che
si stacca da Col dei Letti e limita la Vallonera.
Al
centro il Col de Baio, con parte della testata del vallone
Boarnàl; altra parte
rimane nascosta dalla Costa da Sort (foto presa dal Tomatico).
I
monti del tratto finale (lato occidentale, sinistra orografica) della Valle di
Seren: da sinistra M. Fredina, M. Cismon, Col de Baio, M. Roncon. Immagine
ripresa dalle pendici a nord del Tomatico.
Lo
sbocco del torrente Stizzón sulla piana a monte di Caupo. Le case della Guizza
si possono idealmente considerare, a tutti gli effetti per le caratteristiche e
l'ambiente, le ultime della Valle verso la piana. Il monte Roncon chiude la
catena dei monti a ovest.