VIDISOI
Clematis vitalba: una liana dei nostri boschi e cespugli che
può arrivare a una lunghezza di venti metri, arrampicando su alberi anche
imponenti che, una volta parassitati, rischiano la fine. La vitalba, infatti,
nonostante il fusto flessibile non superi i tre/quattro centimetri di diametro,
emette una quantità impressionante di sottili e lunghi polloni che si aggrappano
ai rami della pianta ospitante, formando un enorme groviglio e una sorta di tappeto
aereo che trattiene in
alto tutta la neve; quando questa cade abbondante e pesante, lo schianto dei
rami e spesso anche del fusto dell'albero invaso dall'intruso è inevitabile.
Così vitalba e albero sostenitore finiscono rovinosamente a terra, ancora legati
in un abbraccio fatale. I piccoli semi della vitalba
(immagine a sinistra) sono
fissati a piumini voluminosi e soffici che il vento porta ovunque, diffondendo
la specie; questi piumini venivano anche raccolti per farne morbidi materassi.
Al
centro del sottile fusto il midollo (mόdola) è tenero, spugnoso e brucia
facilmente quando secco; per questo motivo
i
tronchetti di vidisόn
trovavano, da parte dei "ragazzini di una volta" un uso inaspettato:
venivano "fumati"! L'iniziazione al fumo
cominciava quasi sempre con i vidisόi. Il gruppo di ragazzini
raccoglieva i tronchetti secchi, che venivano poi tagliati in modo che la
lunghezza fosse analoga a quella di una sigaretta. Scimmiottando poi gli adulti,
si appiccava il fuoco ad una estremità aspirando dall'altra con tutta la forza possibile,
per innescare la combustione. La brace
si propagava
rapidamente al midollo, così chi aspirava con
forza rischiava bruciature e in particolare ustioni alla lingua. Molti non-fumatori hanno rinunciato per
sempre al "vizio del fumo" grazie alle bruciature prese in queste esperienze
di adolescenti:
anche a me è capitato, e non ho fumato mai più. Indispensabile pure ricordare
che la pianta della Clematis Vitalba, appartenente alla "pericolosa" famiglia delle ranuncolacee,
è velenosa in ogni sua parte! Nonostante questa tossicità, i teneri germogli
di vidisόn vengono raccolti per uso alimentare, naturalmente
previa cottura
I tronchetti flessibili dei vidisόi venivano anche utilizzati per fare i
ròfh, sorta di ammortizzatori
circolari per
recipienti, in particolare le delicate grandi caldaie di rame, che venivano poste
sopra il
ròfh evitando così il contatto del fondo con le pietre del terreno. Il
peso della caldaia piena avrebbe premuto con forza sul fondo appoggiato al
terreno, e una piccola
pietra aguzza lo avrebbe potuto bucare con facilità: il
ròfh, tenendo sollevata la caldaia, impediva il danno.