Quei da Sarén
a quei da Resèi
(quelli di Seren a quelli di Rasai)
Galileo
ha raccolto anche questa "provocazione" dedicata dai
sedicenti "vachèr" di Seren ai "raffinati" cittadini di Rasài: e ce n'è ...
per tutti i quartieri e per tutte le vie della frazione più popolosa del Comune.
La rivalità tra le due frazioni più importanti ha radici lontane nel
tempo ed è costellata anche di
episodi allegri e simpatici. Inizialmente la parrocchia di Rasai
comprendeva anche Seren, che contava un numero superiore di abitanti; quando i
fedeli di Seren decisero di costituire una parrocchia nel loro paese,
incontrarono dura resistenza dal parroco di Rasai, che comunque mantenne un
grado più elevato di quello di Seren nella gerarchia ecclesiastica. Attualmente
le rivalità parrocchiane sono sfumate e attenuate, ma Rasai, che nel frattempo
ha avuto uno sviluppo rilevante (è più consistente per numero di abitanti,
contiene la zona industriale-artigianale e quindi si sente più in alto anche
sotto l'aspetto economico-finanziario) male tollera che tutte le "istituzioni"
simbolo (posta, banca, farmacia, ... oltre al Municipio) siano collocate a Seren
del Grappa. I "rapporti di
merda" tra le due frazioni annoverano altri episodi: agli inizi
la costruzione del campanile di Seren procedeva molto lentamente; allora quelli
di Rasai gli scaricarono attorno un carro di letame: con simile concimazione
sarebbe cresciuto più in fretta; una volta costruito il campanile, quelli di
Seren si vendicarono impedendo che vi fosse installato l'orologio sul lato che "guarda" Rasai.
Una versione più completa della "provocazione", ancor più ricca di riferimenti e precisa nelle rime è
stata resa disponibile da Galileo, e viene qui sotto riportata:
Oggi quasi tutti i cittadini dei vari paesi considerano le antiche diatribe di campanile nulla più che folclore da rispolverare nelle sagre, utile per richiamare qualche compiaciuto turista amante di storie e tradizioni locali. Un tempo, invece, erano intensamente vissute dalla popolazione, e utilizzate dalle classi dominanti quale strumento di controllo e sottomissione della popolazione, che veniva così distolta dai problemi reali: l'antica massima romana "divide et impera" trovava nelle controversie tra paesi una delle applicazioni più classiche.