INVADENTI
Erba porcellana

Aprile: non sono ancora spuntate le piantine negli orti e nei campi, ma già da tempo è iniziata la feroce lotta contro "le infestanti"; un tempo "cavàr erba" e "dàrghe tèra ai fhasói, àle patate", ai vari ortaggi e poi "sarìr el sorgo" (toglier le erbacce al mais, sfoltirlo e rincalzarlo) erano operazioni tutte fatte a mano, e richiedevano una intensa e assidua partecipazione; il lavoro doveva essere fatto in fretta, non poteva essere rinviato, pena la rovina delle colture sopraffatte dalle "male erbe". Ecco allora che la gente si alzava presto, per essere nel campo all'alba ed evitare le ore di sole a picco. Erano soprattutto le donne a portare a termine questo impegno; si organizzavano in modo da formare dei gruppetti, distribuendo il lavoro relativo al proprio campo tra le "socie" e andando poi a ricambiare: chi pensa che la "banca del tempo" sia invenzione recente sbaglia. Il lavoro di gruppo permetteva di chiacchierare, discutere, anche cantare.   Poi arrivarono i diserbanti: ricordo con orrore la "passione sfrenata" con cui gli agricoltori correvano a comprarli e spargevano, senza farsi tanti problemi, grandi quantità di veleno; e ricordo con disappunto la rabbia di un amico, pure colto ed esperto nelle tecniche agricole, che  lamentava la mancanza di un "diserbante specifico per fagioli": "me màre ghe tόca ronperse el fil déla schéna, par cavàrghe l'erba ai fasolèr": so màre, non lui.
In quasi 50'anni l'abuso smodato della chimica in agricoltura ha prodotto danni irreparabili, e di riflesso provocato una forte reazione da parte di chi cerca di mettere fine alla devastazione. Così, almeno chi produce per sè, abbandona l'uso di disseccanti e diserbanti per eliminare le infestanti da orti e campi, consapevole che tale uso equivale a una manciata di veleno spalmato sui prodotti che finiranno nel suo piatto.
La definizione di "specie infestante" è attribuita in modo soggettivo da chi coltiva il campo e vede le piante, da lui curate, danneggiate dalla crescita spontanea e rigogliosa delle altre; come vedremo, alcune "infestanti" trovano utilizzazioni interessanti in svariati settori, e potrebbero in futuro soppiantare altre produzioni per difendere le quali oggi vengono strappate: per queste "neofite invasive" sarebbe una indiscutibile rivincita!
Riporto qui sotto una foto con campo in cui gli ortaggi sono stati sopraffatti da "erbacce" pronte a diffondere i loro semi; poi le immagini, con relativa breve descrizione, di alcune tra le più diffuse erbe che "invadono" orti e campi porcenesi.
Si tratta di piante e immagini "... naturalmente tutte trovate e fotografate nelle vicinanze di Porcen".

Sulla strada per Tomo

 



Convolvulus arvensis. Berùliga. Erbàfh.  La tradizionale erba infestante, capace di rigettare da un frammento della radice: così le operazioni di aratura e soprattutto fresatura contribuiscono alla sua ulteriore diffusione. Le radici, bianche e fragili, sono più grosse degli esili lunghissimi fusti, che si avvolgono come i fagioli sul primo sostegno incontrato. Produce anche graziosi fiori a campana svasata, bianchi o leggermente rosati. Nei campi, nelle scarpate, nei vigneti, ovunque ci sia della terra smossa.  Difficile "liberarsi" da questa pianta: occorre togliere le radici, senza dimenticare il più piccolo residuo. Pianta tossica, usata come purgante.

 


Ranunculus repens. Oltre ai terreni bagnati questa pianta ama prati argillosi e campi ricchi di azoto. Si propaga anche mediante fusti striscianti che emettono radici generando nuove piante: in questo modo in pochi anni conquista ampie zone e diviene pianta prevalente o unica. Pianta tossica, non viene pascolata.


Soncus oleraceus. Pianta che si sviluppa rapidamente, arrivando a superare il metro; nei campi non è particolarmente aggressiva: raramente forma popolazioni compatte. Alla sommità del fusto un rado corimbo con fiori gialli, chiusi col sole. Ottima verdura per insalate se cruda, cotta per ripieni (la sciscèrbua nel prebuggiùn dei pansòti, speciali ravioli liguri), la cicerbita era assai utilizzata per le proprietà officinali: febbrifuga, tonica e in particolare depurativa del fegato. Presente nei campi, nelle scarpate, nei ruderi. Quando si cerca di estirpare i giovani fusti, spesso si spezzano e dalla radice in breve la pianta rigetta.

 

 

Chenopodium album. Farinèla. Sempre presente nei campi ben concimati, la pianta raggiunge dimensioni consistenti sottraendo così molti elementi alle colture. Trova ampio uso in cucina; interessanti anche le sue proprietà officinali, limitate tuttavia dalla presenza di ossalati e saponine, in particolare quando la pianta cresce in zone ricche d'azoto. I fusti resistenti consentono di togliere la pianta dal terreno con facilità, senza rotture delle radici o dello stesso fusto. Le infiorescenze son formate da spighe di glomeruli globosi.



Amaranthus retroflexus. Pianta molto competitiva, si sviluppa rapidamente, formando popolazioni compatte che soffocano le colture. Le piantine vengono estirpate con facilità se non hanno superato i 10cm d'altezza; se la pianta ha dimensioni maggiori, il fusto ancora tenero si rompe e dalla robusta radice si sviluppano in fretta altri steli. Anche l'amaranto può essere utilizzato in cucina; sembra che l'uso dei suoi semi, assai abbondanti, possa trovare importanti applicazioni per l'alimentazione umana, con rese più elevate di qualsiasi cereale.

 



Galinsoga parviflora. Originaria dell'America del Sud, questa piantina raggiunge i 30 cm, ma cresce con rapidità dando vita a popolazioni compatte nei campi; essa ha il pregio di lasciarsi strappare con facilità dal terreno. Alla galinsoga vengono attribuite proprietà officinali: sarebbe cicatrizzante e astringente. Troverebbe anche uso in cucina sia cruda per insalate, che cotta per minestre.



Erigeron annuus. Su un lungo stelo (altezza massima oltre il metro e mezzo), a pochi centimetri dalla sommità, si staccano i corimbi coi fiori, somiglianti a piccole margherite. Arrivata dall'America del Nord, si è ampiamente naturalizzata. Pianta tipica dei paesaggi dell'abbandono, conquista campi lasciati incolti, vigne e scarpate. Non cresce in modo significativo su campi e orti curati di anno in anno.



Conyza canadensis. Pianta tipica dei campi incolti o abbandonati, non ha il tempo di svilupparsi dove viene fatta l'aratura annuale e le lavorazioni del terreno; spesso accompagna Erigeron annuus. Le dimensioni della pianta variano con la fertilità del terreno: da 30cm a oltre un metro l'altezza; corimbo folto e affusolato nel terzo superiore del fusto: molto numerosi i piccoli fiori. Originaria dell'America settentrionale, ha notevoli proprietà farmacologiche: è ricca di oli essenziali che moltiplicano i globuli bianchi, diuretica, ipoglicemica, combatte le infezioni intestinali. Utilizzata anche per dar sapore a caramelle e bevande.
 

 

 

Abutilon theophrasti. Originaria della Siberia meridionale, questa malvacea è considerata infestante dei campi di mais in particolare. Ampie le "molli" foglie a cuore. Fiori gialli; frutti formanti un camario emisferico con i dischi contenenti i semi disposti a corona. Come altre malve è ricca di mucillagine, in particolare radici, fusto e foglie. I semi hanno effetto lassativo.
 

 


Artemisia vulgaris. Fusti rossastri robusti e legnosi alla base, alti anche più d'un metro e mezzo, assai ramificati, con foglie frastagliate più ridotte e rade verso l'alto. Infiorescenza formata da capolini raccolti in racemi sulla parte terminale di ciascun ramo. Non è particolarmente invadente nelle aree lavorate ogni anno; si diffonde ampiamente in prati e campi degradati dall'abbandono. E' rinomata per le molteplici proprietà officinali: antisettica, digestiva e tonica, cura le irregolarità del ciclo mestruale. Le foglie sono usate in cucina per insaporire e favorire la digestione. Gli estratti amari trovano impiego nella produzione di molte bevande.
 



Oxalis pes-caprae. Piccola pianta invadente con fiorellini gialli. Apparato radicale con piccoli bulbi, da cui partono le foglie trifogliate e l'esile fusto con al massimo una decina di fiori. Usata anche in cucina per insalate e per dar sapore. Ha proprietà diuretiche e depurative ma, ricca di ossalati, favorisce la formazione dei calcoli. Difficile eliminarla dall'orto, per la presenza dei bulbilli che sfuggono alla rimozione completa.



Persicaria maculosa. Pianta con vari fusti rossi, che alla fioritura si piegano per il peso delle spighe apicali con i piccoli fiori rosa. Prende il nome dalle foglie simili a quelle del pesco. Interessanti le varie proprietà officinali: ricca di tannini, è astringente e diuretica, emostatica e vulneraria; è anche usata per ricavare coloranti per i tessili. Non è infestante particolarmente aggressiva; occupa spazio nei campi abbandonati.

 



Parietaria officinalis. Somigliante all'ortica (stessa famiglia), ha fusti rossastri dall'aspetto vitreo, se giovani; infiorescenze verdastre agglomerate nelle ascelle delle  foglie. Veniva usata per la pulizia delle bottiglie: messa dentro con acqua e sbattuta. Le foglie usate come ottima verdura cotta. Proprietà officinali: diuretica, emolliente, depurativa. Il suo abbondante polline provoca frequenti allergie. Non è infestante particolarmente  aggressiva, perché richiede parecchio tempo per raggiungere il completo sviluppo.


 


Urtica dioica. Ortìga. Fusti a sezione quadrata, non ramificati; l'altezza dipende dalla quantità di azoto disponibile (fin oltre i due metri). La nota reazione cutanea è provocata da sostanze irritanti trasmesse dai peli che coprono fusti e foglie freschi. Commestibile, apprezzata per risotti e minestre. Dai fusti si otteneva un resistente tessuto, usato per fare i sac de ortìghe. Radici che diffondono la pianta, producendo nuovi getti.
 

 

Cuscuta epithymum. Lóa. Pianta parassita priva di clorofilla, si avvolge alla pianta più vicina e vi affonda gli austori, sorta di radici che succhiano la linfa alla pianta attaccata. La cuscuta preferisce parassitare leguminose, e arreca danno agli erbai di medica e trifoglio. Pianta officinale, contiene principi attivi che ne permettono l'uso per regolare le funzioni di fegato e intestino, e come sedativo delle irritazioni cutanee.



Agropyrum repens (Elymus repens). Gramégna. Agropyrum repens forma cespi consistenti. I culmi, con spighe somiglianti al frumento, arrivano a superare il metro. Si espande anche grazie a lunghi rizomi che riescono a perforare una grossa patata.




Digitaria sanguinalis. Gramégna. Pianta annuale, invade e copre rapidamente i campi. Non è stolonifera, e l'apparato radicale è decisamente meno consistente che nella gramigna Cynodon dactylon: non hanno tempo di svilupparsi rizomi, essendo annuale, ma emette radici dai nodi dei fusti. Le spighette non sono inserite in unico punto al vertice del fusto ma a breve distanza e appaiate. I culmi arrivano a superare i 50cm.
                                


Cynodon dactylon
. Gramégna. Cynodon dactylon ha spiga che ricorda una mano (dactylon) con le dita (da due a sette) aperte; si propaga soprattutto con stoloni emessi dal robusto rizoma, che permettono alla pianta di espandersi a macchia d'olio. Sul vertice del fusticino, alto fino a 40cm, sono inserite le piccole spighe (da 2 a 7, ma spesso 5) che simulano le dita di una mano; dai nodi foliari emette radici che consentono alla pianta di espandersi. Le radici raggiungono notevole massa e profondità (fino a 2m), così la pianta prospera anche con clima secco. Anche i rizomi di Cynodon hanno proprietà diuretiche, depurative di fegato e vie urinarie, rinfrescanti; efficace nella lotta ad artrite, reumatismi, gotta.
 

 

Setaria pumila. Formentìna. Cresce nei campi coltivati, formando anche cespi consistenti. Le infiorescenze sono caratteristiche: le spighe cilindriche sono protette da fitta peluria ruvida o morbida a seconda del verso con cui si tocca (verso l'alto o verso il basso). I semi della Formentìna  sono stati utilizzati, in mancanza di altri cereali, per fare farina da polenta o torte; sono ricchi di carboidrati.  

 


Sorghum halepense. Sorgheta. Infestante perenne assai aggressiva di tutte le colture, si sviluppa rapidamente raggiungendo dimensioni notevoli  (altezza oltre il metro e mezzo) con steli robusti e foglie larghe fino a 2cm, caratterizzate da una parte chiara centrale. Le infiorescenze sono spesso rossastre, talvolta verdi. Le piante di più anni hanno un apparato radicale con grossi rizomi (fino a oltre 0,5cm di diametro) che passano da parte a parte anche una grossa patata. La Sorgheta, oltre ai coltivi, invade bordi delle strade, sentieri, aree trascurate.
 


Echinochloa crus-galli. Graminacea annuale a rapida crescita, si diffonde sia su campi caratterizzati da elevata umidità che su quelli più asciutti. L'infiorescenza è formata da brevi racemi verde-violaceo che si staccano, alterni, dal rachide centrale rassomigliando a una zampa di pollo, da cui il nome della specie.

 


Portulaca oleracea. Pianta dalla caratteristica forma prostrata, amante di orti e campi. Ha l'aspetto di una "pianta grassa", per la forma dei fusti e delle foglie spesse e carnose. Utilizzata in cucina per insalate e ripieni, ha pure interessanti proprietà farmacologiche: contiene acido alfa-linolenico e omega-tre, ha proprietà depurative e diuretiche. Va controllata impedendo la diffusione dei semi; per fortuna in zona arriva a maturazione in agosto, quando gli ortaggi hanno completato lo sviluppo. I piccoli fiori gialli sbocciano per un breve arco di tempo solo in particolari condizioni climatiche (nel mattino, con sole e cielo cristallino).
 

 

 


Poligonum aviculare. I sottili fusti, lunghi oltre mezzo metro, presto flettono e aderendo al terreno formano una folta rete disposta a raggiera; all'apparenza sono gracili, mentre in realtà sono assai resistenti. Cresce nei campi, arrecando forte disturbo alle lavorazioni (intasa gli attrezzi), sui bordi delle strade e nelle fessure delle pavimentazioni ove contribuisce ad intasare i tombini. Numerosi i piccolissimi fiori verde chiaro disposti lungo il fusto, sulle ascelle delle foglioline. Varie le proprietà officinali: ricco di tannino, è astringente, diuretico, emetico, vulnerario; è ricco di silicio e per questo è valido rimineralizzante.
 

 



Fallopia convolvulus. Somigliante al convolvolo, tranne che nei fiori, qui minutissimi e molto numerosi come in molte altre poligonacee. La pianta può svilupparsi con molteplici piccoli fusti emessi dal fusto principale, fino a 1,5/2m dal punto di partenza; può rimanere a livello del terreno, o avvolgersi e salire su qualunque sostegno. Sottrae notevoli quantità d'acqua alle colture, nel momento di massimo bisogno. I semi rimangono vitali per oltre 15 anni, e resistono a lungo nell'acqua; ostacola la raccolta meccanizzata degli ortaggi. I semi sono commestibili, ma molto piccoli: ne sono stati trovati resti presso sepolture risalenti all'età del bronzo.

 


Panicum capillare. Assai graziosa l'infiorescenza di questa erba, formata da numerose sottili e lunghe spighe che simulano folti capelli. Originaria del Nord America, è presente ma non abbondante nei campi presso il paese. Ha proprietà officinali, e veniva usata come diuretico e corroborante.


 


Bidens frondosa. Fusto rossastro, con ramificazioni che danno alla pianta forma piramidale. Capolini dei fiori alle estremità di ciascun fusto: gialli, mancanti dei fiori ("petali") esterni. La pianta, nei luoghi incolti o marginali in cui è stata trovata alla periferia del paese, non supera il metro d'altezza. Originaria del Canada, la pianta si è rapidamente diffusa, sostituendosi a una pianta simile (Bidens tripartita). Non è infestante particolarmente invadente. Le sue proprietà officinali ne prevedono l'uso per curare infezioni delle vie urinarie e per prevenire la gotta.

 

 

Xanthium orientale. Nappola. Robusta pianta con fusto ramificato poco sopra il terreno; il portamento, in seguito alla biforcazione dei fusti, diventa presto ampio e tozzo. Numerosi i capolini ovali irti di uncini, contenenti i fiori e i frutti: due semi che germinano dopo un anno il primo, dopo due anni il secondo (si libera dopo la germinazione del primo seme). Predilige ambienti ruderali ricchi di azoto. La pianta dell'immagine, l'unica che ho visto, era al margine di un campo a 350 metri di quota.

 

 


Chamaesyce prostrata. Piccola euforbia tappezzante, insiste anche su aree calpestate, sabbiose. Classificata "neofita invasiva", la piantina ha un brevissimo fusto da cui si staccano delle ramificazione lunghe fino a 20cm. Si eleva dal suolo non più di 2-3 centimetri. I fusticini prostrati, specie nella parte iniziale, sono rossastri. Le foglioline, nella superficie superiore, sono color verde naja e glabre. Sembra aver interessanti proprietà, non ancora sperimentate.



Malva neglecta. Malva con foglie rotondeggianti, diffusa ma non difficile da controllare: richiede tempo per  giungere alla fioritura; spesso viene risparmiata o trapiantata per poterla utilizzare, in quanto nota pianta officinale.  Proprietà maggiormente apprezzate: è emolliente, antiinfiammatoria, lassativa e diuretica.




Stellaria media. Centocchio. Conquista rapidamente i campi quando il clima è fresco, formando spessi cuscini verde intenso; fiori piccoli, quasi invisibili. Spesso cresce con S. nemoralis (fiori più grandi, foglie lanceolate, più alta). Usata come pianta officinale, tra le altre ha proprietà diuretiche, vulnerarie, lassative e astringenti. Le cime vengono raccolte per insalate o verdura cotta; contiene saponine, perciò opportuno limitarne l'uso.


Solanum nigrum. Solanacea con i piccoli fiori dai petali bianchi che non lasciano dubbi sull'appartenenza alla famiglia. Il lungo periodo necessario alla maturazione delle piccole bacche (a maturazione nere) la rende non particolarmente aggressiva nei confronti delle coltivazioni. Può arrivare all'altezza di un metro, con forme assai espanse. La pianta va considerata pericolosa, per le sostanze che può contenere. Possiede proprietà  sedative e analgesiche; tali proprietà e la tossicità variano con la zona in cui la pianta cresce.


 


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