GLI ARBUSTI
Pagina dedicata a "piccoli alberi" spontanei nella zona di Porcen. Talora queste piante con fusto legnoso sono davvero piccole, non raggiungono l'altezza di un metro; altre sono di dimensioni maggiori e possono raggiungere, in casi eccezionali, dimensioni vicine a quelle delle piante solitamente chiamate "alberi", arrivando all'altezza di una quindicina di metri; normalmente sono tuttavia lontane da tali dimensioni, e vengono definite "arbusti". In tempi recenti sono state importate da altri paesi o continenti numerose piante, grandi e piccole, per i giardini o le siepi, (forsizie, magnolie, ...); queste non vengono qui prese in considerazione: solo arbusti autoctoni, o almeno presenti nel territorio di Porcen da un periodo tanto lungo da poter essere considerati tali. Le immagini si riferiscono, naturalmente, ad arbusti locali, e sono presentate nell'ordine con cui normalmente fioriscono.
Corylus
avellana. Noselèr. Arbusto che forma cespugli anche imponenti,
diffuso su tutto il territorio del paese. Tra i primi colonizzatori dei prati
abbandonati, lascia poi il posto a piante più grandi ed esigenti, rimanendo però
come pianta dominante su macereti, muri, valli di montagna percorse dalle
slavine. Già da febbraio fiorisce con i tipici amenti. Da metà agosto inizia la
maturazione dei frutti, le nocciole, tanto usate in campo alimentare (la
Nutella!). Il legno serviva a produrre manici, in particolare di rastrelli e
badili. Si dice che quello del nocciolo sia il tipo di legno più idoneo per
riscaldare i forni ove si preparano le pizze.
Daphne mezereum. "Fior di stecco" rende l'idea di questo
piccolo arbusto (massimo 1,5 m) al momento della fioritura. Appena sciolta la neve,
i rami nudi del mezereo si coprono di fiori rosa da cui emana un profumo intenso
e inebriante. Il suo habitat: rive dei torrenti, margini dei boschi, radure;
spesso coltivato nei giardini. Pianta tossica, in particolare le bacche rosse,
che sembra abbiano provocato avvelenamenti mortali; anche selvaggina che se
n'era nutrita è stata causa indiretta di qualche avvelenamento.
Salix
caprea. Vedésa. Il salicone è specie che si adatta alle più varie
condizioni ambientali, pur preferendo suoli argillosi e relativamente umidi.
Presente in tutto il territorio del paese, colonizza con facilità le aree con
terreni smossi, zone franose e ovunque si presenti il suolo con la terra nuda in
superficie. Tra i vari salici è quello che raggiunge dimensioni maggiori: può
arrivare ai 15 metri assumendo la forma di albero con chioma ellittica. Gli
amenti sono i ben noti gattici, color argento prima e poi giallo oro nel pieno
della fioritura.
Cornus
mas. Cornolèr. Il corniolo è ben presente nelle vicinanze di
Porcen, in particolare nella parte più bassa sotto gli 800 metri e soprattutto
sul versante meridionale del Còl. A crescita lenta, raramente arriva a
superare i 10 metri in altezza; le vecchie piante hanno forma contorta e tronco
rossastro assai irregolare. Il corniolo ha il legno più duro fra tutti gli
alberi presenti in Europa: era molto usato in passato nella costruzione di
strumenti che dovevano resistere a forte usura. Il frutto (còrnole) è
commestibile e saporito se ben maturo, e possiede interessanti caratteristiche
nutrizionali; è molto apprezzato per la preparazione di marmellate e succhi.
Prunus
spinosa. Spinèr. Per lo più piccolo cespuglio spinoso su luoghi
aridi, in particolare sopra e lungo le muraglie, ove può formare siepi
impenetrabili. I folti fiorellini bianchi, prima delle foglie, caratterizzano
l'inizio della primavera. Le piccole drupe blu scuro (brónboi), dal forte sapore che
liga la bóca se non perfettamente mature, hanno proprietà astringenti e trovano vari usi: per la
preparazione di amaro digestivo, marmellate, liquori. Usati anche fiori e foglie
di questa pianta officinale, che ha proprietà diuretiche, lassative, depurative,
febbrifughe.
Vaccinium
myrtillus. Jàsene. E' presente, sporadicamente e in piccoli gruppi,
nella fascia dei castagni, ove il terreno è sufficientemente acido. Con
la riduzione dei boschi di castagno va diminuendo anche la presenza di questo
piccolo arbusto che produce bacche dalle efficaci proprietà antiossidanti, che
rendono i preparati idonei alla cura di varie patologie; bacche largamente
impiegate anche per produrre marmellate e succhi.
Berberis
vulgaris. Spinèr. Forma cespugli anche densi, se lasciato invecchiare
in posizioni asciutte favorevoli: siepi, margini dei boschi, muraglie. Le radici
e il legno immediatamente sotto la corteccia sono color giallo intenso: erano
usati per tingere le uova a Pasqua oltre che per i tessuti. Sono molteplici le
utilizzazioni farmaceutiche di varie parti della pianta: le sue proprietà sono
note da oltre duemila anni, e lo rendono efficace febbrifugo, stimolante le
funzioni del fegato e dell'intestino, antiinfiammatorio e antiemorragico. I
piccoli frutti rossi, ricchi di vitamina C, sono adatti alla preparazione di
succhi e marmellate.
Acer
campestre. Può raggiungere le dimensioni di un alberello, nel diametro del
fusto più che in altezza. Ampiamente diffuso (consociato a carpino,
roverella,..., siepi miste) ma non frequente, veniva anche utilizzato nei filari
delle viti come tutore vivo capitozzato in luogo dei pali. I rametti presentano
delle creste suberose che li rendono irregolari. Non sale sopra i 700/800 metri.
Cotoneaster
tomentosus. Arbusto di piccole dimensioni (raramente supera in altezza il
metro), spesso reclinato, predilige luoghi asciutti e anche petrosi. Le foglie,
nella superficie inferiore, sono coperte di peluria biancastra; di qui il nome
della piantina.
Crataegus
monogyna. Biancospino. Arbusto o alberello assai
longevo e a crescita lentissima, fiorisce
da aprile, con corolle bianche e sfumature rosa. Particolarmente interessanti le
proprietà medicinali della pianta: efficace nella cura di disfunzioni cardiache;
agisce pure come sedativo e ansiolitico e combatte l'insonnia.
Sambucus
nigra. Sanbùc. Assai diffuso attorno al paese, meno presente in quota. Forma
cespugli, anche di notevoli dimensioni, ai margini dei boschi di carpino, lungo
i ruscelli, nei ruderi e negli incolti ove assume il ruolo di pianta pioniera; è
favorito dalla presenza di terreni fertili ricchi di humus. Le piante di sambuco
possono arrivare alla dimensione di piccolo albero; in tal caso il legno,
leggero e resistente, trova varie utilizzazioni. Il midollo è assai pronunciato,
e presenta delle placche bianche di cellulosa. A maggio i cespugli si coprono
dei grandi corimbi con tanti piccoli fiori bianco crema, che emanano un intenso
caratteristico profumo; dopo due/tre mesi seguono i frutti neri, utilizzati per
composte e succhi. Fiori, frutti, corteccia e foglie del sambuco hanno trovato
da sempre, e ancor oggi trovano molteplici impieghi, la cui efficacia è provata,
nella farmacopea.
Juniperus
communis. Rusta. Il ginepro preferisce luoghi assolati e
asciutti, ma si adatta anche ad altre situazioni, e pure a vari tipi di terreno:
da quelli rocciosi a quelli più fertili e profondi. Anche le forme che assume
sono le più varie: cespuglio di arbusti svasati con sommità ascendenti in zone
aperte, basso e schiacciato sul terreno su rocce e
pascoli in montagna, alberetto alto fino a cinque metri e più ove riesce a
trovare qualche albero tutore cui appoggiarsi senza essere piegato dalla neve.
Albero dioico, con fiori distinti maschili e femminili, produce frutti (coccole)
delle dimensioni di un grano di pepe, verdi il primo anno, blu a maturazione nel
secondo; longevo, può vivere oltre cinque secoli se trova condizioni ottimali.
Notevoli danni alla diffusione del ginepro sono stati fatti per affumicare
salumi e profumare le stanze col profumo derivante dalla combustione dei suoi
rami e delle foglie pungenti. Le coccole sono largamente impiegate nella
farmacopea, nell'industria dolciaria, dei liquori e in cucina, per le proprietà
balsamiche, antisettiche, diuretiche, depurative, aromatizzanti.
Amelanchier ovalis. Ho visto quest'unico cespuglio di Pero corvino, nel territorio del paese. Cespuglio con pochi arbusti curvi sul ripido pendio sassoso a 8oo metri circa di quota. A inizio maggio si carica di fiori bianchi con petali strani, assai allungati e con forma lanceolata; a giugno/luglio maturano i piccoli pomi blu scuro, commestibili. L'infuso di foglie e corteccia avrebbe proprietà antiinfiammatorie, antireumatiche, ipotensive. Un tempo i piccoli rami e la corteccia venivano utilizzati per tingere la lana.
Viburnum
lantana. Régol; mèrda de gàta. Presenta corimbi assai
ornamentali con numerosi fiorellini bianco crema. I giovani polloni vengono
ancora usati
per legare fasci di legna o i pali alle viti (sàche), grazie alla loro flessibilità. Ama
le zone cespugliose assolate su terreno asciutto. I frutti erano usati
nelle affezioni dell'apparato respiratorio. L'odore disgustoso di fiori, frutti e
foglie secche all'origine del nome dialettale.
Viburnum
opulus. Arbusto di dimensioni contenute -raramente oltre i due metri- ama
luoghi freschi e sopporta anche l'umidità dei suoli; è diffuso nelle siepi e
lungo i corsi d'acqua soprattutto nella parte più bassa del territorio paesano.
I corimbi dei candidi fiori sono assai ornamentali: al centro i fiori piccoli
fertili, all'esterno una linea di fiori appariscenti, sterili, con la funzione
di attirare gli insetti impollinatori. Nell'autunno le bacche persistenti, color
rosso vivo, oltre a offrire una nota di colore, attirano gli uccelli che trovano
un nutrimento nell'inverno; le bacche, tossiche, provocano disturbi all'apparato
digerente.
Fraxinus
ornus. Fràssen ornàffh. Pianta che caratterizza boscaglie e cespugli
in terreni poco profondi, esposti al sole e aridi, dà origine a una tipica
consociazione con il carpino nero. Produce fioriture imponenti ogni
quattro/cinque anni, ammantando di bianco crema le zone in cui è presente in
abbondanza, come il versante sud del Còl. Presente soprattutto nella
fascia altitudinale meno elevata, è apprezzato per la produzione di polloni
usati come sostegno per i fagioli; il legno delle piante più grandi (può
arrivare a superare i 10 metri con diametro di 20 cm) è molto elastico e
resistente: era usato nella costruzione delle slitte e per i manici di svariati
attrezzi. Si distingue dal Fraxinus excelsior per il colore grigio cenere
delle gemme.
Lonicera
xylosteum. Può formare cespugli di piccolo-medie dimensioni
nell'ombra dei carpini, dei frassini e nelle siepi, anche su terreni ricchi
di scheletro; ho notato che la pianta è diventata più rara rispetto a qualche
decennio fa. Le foglie sono ricoperte da una fine peluria, che dà un colore
tendente al grigio, specie nella pagina inferiore. I fiori zigomorfi e le bacche
color rosso rubino trovano qualche uso officinale.
Lonicera
caprifolium. Ciùcia dét. Il caprifoglio è un arbusto/liana che si avvolge
alla vegetazione e la sovrasta con la rapida crescita; non è, tuttavia, dannoso
come la vitalba; non
raggiunge notevoli dimensioni, perché il fusto secca dopo pochi anni, quando la
pianta emette nuovi getti. Fiori papilionacei profumatissimi, dal rosa pallido
al rosa carico. Pianta con proprietà medicinali antireumatiche e
antiinfiammatorie; le bacche, arancio, sono tossiche (in ogni caso non mortali,
dato che sono ancora qua dopo averne assaggiata qualcuna da ragazzo). I fiori venivano
succhiati per sentire il gusto dolce del loro nettare: di qui il nome
dialettale.
Euonymus
latifolius. Berretto di prete. Arbusto piuttosto raro, è presente tra i
carpini, nelle siepi, ai margini dei boschetti in luoghi non eccessivamente
assolati. Le foglie, ampie ed ellittiche, sono di un verde intenso; i piccoli
fiori a cinque petali, verde-rosa, su racemi. Nell'autunno i frutti rosso
porpora, con 5 lobi (da cui uno dei nomi della pianta) persistono e danno una nota di
colore ai boschi spogli nel tardo autunno. Frutti, foglie e corteccia trovano
vari impieghi farmacologici.
Euonymus
europaeus. Di dimensioni ridotte rispetto ad E. latifolius, forma
talvolta cespugli compatti. Preferisce terreni asciutti e soleggiati, siepi, e
si diffonde pure in zone coltivate, lungo i filari delle viti. Fiorellini
bianco verdastri, con quattro petali, su numerosi racemi che a inizio maggio
ricoprono i cespugli. Anche i frutti di questo arbusto hanno forma che ricorda
un berretto (tricorno) dei preti, e col nome di "berretto di prete" viene
appunto indicata la pianta. Numerose sono le applicazioni officinali,
conseguenti alle proprietà della pianta: cardiotonico, stimolante di fegato e
intestino, antiparassitario. I frutti sono velenosi.
Cornus
sanguinea. Sàngol. E' tra i primi arbusti a insediarsi su prati
lasciati incolti anche per pochi anni, fungendo da specie pioniera nella
trasformazione da prato a bosco. Non raggiunge dimensioni superiori ai 4/5
metri, e in particolare rimane limitato nel diametro: raro il caso che superi i
5 cm. Nel nostro territorio è frequente nella zona altitudinale medio/bassa,
assente più in alto. I giovani polloni (nel primo anno color rosso cupo) trovano
uso come sàche per legare fascine, e un tempo servivano a costruire
strumenti per il trasporto di oggetti e in particolare del fieno (gerle e
brìnfhie).
Rosa
canina. Arbusto spinoso, forma anche vistosi cespugli: margini di boschi e
siepi, scarpate, ambienti in via di degrado come prati abbandonati. Il fiore, semplice
con cinque petali, varia tra il bianco rosato e il rosa carico. I fusti sono
vigorosi (fin oltre i tre metri) e dotati di resistenti spine. I frutti sono dei globi a botticella, rossi a
maturazione nel tardo autunno e inverno (dialetto stròpacùi). Sono delle riserve di vitamina C. Dopo alcuni
giorni di gelo si possono raccogliere i cinorrodon e gustarli sul posto:
scegliere quelli più rossi e teneri, schiacciare tra le dita per far uscire la
tenera crema arancio e...degustare la leccornia: pura vitamina C; ma non
masticare il frutto: i semi irritano la gola! Le proprietà farmacologiche del
frutto di rosa canina sono numerose e importanti.
Rosa
pendulina. Si distingue dalla Rosa canina per la quasi totale assenza
di spine, il portamento meno vigoroso (arriva fino a due metri); preferisce i
sottoboschi freschi e ombrosi di montagna. I fiori vistosi vanno da rosa a
rosa carico. Anche sui rami della R. pendulina maturano i cinorrodon,
pur se in quantità ridotta rispetto agli impenetrabili cespugli della R.
canina. Si propaga anche con polloni che spuntano dalle radici.
Rhamnus
saxatilis. Piccolo arbusto tipico di zone aride, petrose e rocciose, anche
esposte al sole. I minuscoli fiori verdastri quasi non si vedono, confondendosi
con le piccole foglie ellittiche. Lo scarso sviluppo della parte aerea contrasta
con l'apparato radicale profondo e robusto, idoneo a consolidare pendii franosi.
Corteccia e frutti possiedono forti proprietà lassative.
Rhamnus
cathartica. Cresce ai margini del bosco, nelle siepi di confine, nelle
radure in forma di cespuglio o di piccolo albero: può raggiungere 4/5 metri in
altezza; preferisce ambienti asciutti ed assolati, e non sale sopra i 600/700
metri. La foliazione è assai tardiva e comincia dai rami più bassi; i fiori in
fascetti ascellari sono piccoli e numerosi, con quattro petali verdastri. I
frutti sono drupe sferiche nerastre. Anche l'apparato radicale di questa pianta
è sviluppato e robusto; all'estremità di alcuni rami si trova una robusta spina.
Drupe e corteccia hanno violenti e pericolosi effetti purgativi, per cui la
pianta è da considerare tossica.
Ligustrum
vulgare. Il ligustro è tra gli arbusti maggiormente utilizzati, anche
in città, per siepi modellabili a piacere. Cresce a livello del paese tra
cespugli e margini dei boschetti, senza preferenza tra luoghi asciutti o umidi,
purché aperti e soleggiati. Infiorescenze bianche piramidali, molto profumate.
Bacche autunnali nerastre. Forma cespugli con vari polloni; piante isolate
possono raggiungere 2/3 metri in altezza.
Frangula
alnus. Legn negrét. Arbusto privo di spine, forma cespugli radi con
polloni e pochi rami. Ubiquitario anche se non molto frequente, si trova su vari
tipi di terreno: dalle rive di ruscelli e torrenti alle siepi di confine, dalle
radure ai cespugli, sulle parti meno elevate del territorio. La corteccia,
grigio azzurra, è punteggiata da lenticelle chiare. Su questa pianta la
fioritura avviene gradualmente da maggio fino a metà estate e di conseguenza
anche la maturazione dei frutti. I principi contenuti nella corteccia secca
hanno azione stimolante su fegato e intestino, ed hanno effetto lassativo; se la
corteccia è fresca è invece tossica.
Rubus
ulmifolius. Róe. Si tratta della specie di rovo che
raggiunge le dimensioni maggiori, dando origine a grovigli inestricabili e
assolutamente da evitare: le spine uncinate feriscono a fondo chi, "agganciato",
tentasse di liberarsi con uno strappo. Presente sporadicamente nella fascia
altitudinale medio/bassa, nelle zone cespugliose e nelle siepi soleggiate in
particolare. A inizio autunno maturano i frutti, le more, che passano dal
verde al rosso fino al nero a maturazione completata. Le proprietà benefiche del
frutto sono molteplici, ed è usato per la confezione di marmellate e succhi.
Clematis
vitalba. Vidisón. La più invadente tra le
liane dei nostri
luoghi. Il fusto può raggiungere diametri di 5 cm e lunghezze di decine di
metri, arrivando anche alla chioma di grandi alberi. Dal fusto esce poi una
miriade di altri piccoli fusti che generano un groviglio inestricabile, che
trattiene la neve; quando questa cade in grandi quantità e pesante, i rami degli
alberi su cui poggia la vitalba schiantano perché incapaci di reggerne l'enorme
peso. I semi sono solidali con fiocchi cotonosi che vengono portati lontano dal
vento, diffondendo così la pianta.
Rosa
arvensis. Rosa che rimane di dimensioni contenute, spesso prostrata o
strisciante sul terreno, con fusti molto esili. Predilige l'ombra di boschi radi
e luoghi non troppo secchi e assolati. I fiori, non molto numerosi, sono bianchi
e sbocciano verso la metà di giugno.
Rhododendron
hirsutum.
Il rododendro "peloso" è tipico dei terreni basici calcarei, mentre nei silicei
acidi si trova il R.
ferrugineum:
nei pressi di Passo Brocόn
(vedi anche http://www.trododeifiori.it/)
si può osservare il cambiamento in poche centinaia di metri. La pianta
dell'immagine è a 420m di quota, dove abito. Era stata strappata dall'escavatore
e stava per essere coperta dal pietrame, nell'apertura della strada che sale ai
monti di Porcen, circa vent'anni fa (primi anni '90).
Buddleia davidii. Albero delle farfalle. Pianta cespugliosa a crescita rapida, originaria della Cina, sfuggita ai giardini ha conquistato rive e greti di torrenti, ed è in piena espansione arrivando sulle scarpate delle strade forestali (Sulla strada del Pìfh p. es.) fin sopra i 1000 m di quota. Fiorisce in piena estate, con grandi spighe di fiori in varie sfumature del viola che attirano varie specie di farfalle. I polloni, raggiunta l'altezza di 2/3 metri, si piegano verso terra, anche per il peso delle spighe floreali.
Solanum dulcamara. Piuttosto rara, questa pianta suffruticosa cresce su zone fresche, fino a 1000 metri dove è stata trovata la pianta della foto. Numerosi rami sottili con fiori blu che fanno riconoscere facilmente la pianta come solanacea; non supera i due metri d'altezza. Il frutto è una piccola bacca rosso lucido. Soprattutto fusti e foglie freschi contengono solanina, che può avere effetti letali in dosi eccessive; è infatti impiegata per ricavare farmaci con cui curare, in particolare, affezioni della pelle.
Humulus lupulus. Luppolo. Bruscàndoi. Pianta volubile legnosa per pochi centimetri all'inizio del fusto, arrampica su sostegni per parecchi metri, avvolgendosi come i fagioli e fissandosi con uncini. Da essa si ricava l'aromatizzante che dà i tipici sapori amari alla birra. Infiorescenze maschili (è dioica) in spighe con numerosi piccoli fiori biancastri in cima ai rami, in agosto. I frutti sono avvolti da brattee con le secrezioni raccolte per la birra. In primavera i teneri getti (bruscàndoi) sono raccolti per uso culinario, in particolare per risotti. La pianta, della famiglia della Cannabis, contiene sostanze calmanti e soporifere.
Hedera helix. Edera. Arbusto rampicante sempreverde, si fissa ad alberi o rocce su cui arrampica fissandosi con brevi radici che poi possono svilupparsi, alimentare e propagare la pianta che col tempo diviene tappezzante. Le foglie basali hanno la tipica forma, mentre nella parte più alta sono lanceolate; i colore è verde scuro lucente, con venature più chiare. Fiori tardivi, con forma strana e apparentemente senza petali; i frutti compaiono nella primavera successiva. Pianta officinale tossica, in particolare nelle foglie e fusti teneri e nei frutti. Da essa si ricavano farmaci per vari usi, sia esterni che interni, nonché prodotti impiegati a scopi estetici. Interessanti le recenti scoperte, che attribuiscono alla pianta la capacità di ridurre benzene e altri veleni, facendone quindi una pianta anti inquinamento.
TORNA