VALLE ... SERENA
Vari milioni d'anni fa (oltre 150, nel periodo denominato dai geologi Giurese) la zona in cui ora stanno le Bocchette, vaste praterie costellate di casolari a nord del Monte Grappa, si estendeva formando un piano lievemente inclinato verso nord-est, in pratica verso la zona in cui ora si trova Seren. In epoca successiva buona parte dell'altipiano sprofondò, per la formazione di due faglie (una a sinistra, l'altra a destra dell'attuale torrente Stizzòn) formanti un angolo col vertice sull'odierna Val dei Pez, sotto il Casòn dei Lebi. In quell'epoca la "fossa tettonica" (graben preso a esempio negli studi dei geologi) che si formò in seguito allo sprofondamento, era naturalmente ricoperta dal mare. Ancor oggi la Valle di Seren del Grappa sembra portare i segni di questi sconvolgimenti tettonici, con l'asprezza dei profondi valloni e le praterie sospese sui picchi. (Nota: uso il termine "Valle" per indicare tutta la zona del bacino dello Stizzòn oltre il torrente Carbonaia, aggiungendo la Guizza che, pur essendo esterna all'area, presenta le medesime condizioni di disagio; esiste anche una frazione del Comune di Seren del Grappa, denominata Valle, che contiene solo una parte della zona sopra definita, quella oltre il ponte sullo Stizzón presso lo sbocco del Boarnàl).
A distanza di milioni d'anni
un altro sprofondamento si è
verificato nella Valle di Seren negli ultimi decenni: quello demografico, economico, sociale
della popolazione che l'abitava.
Oggi in Valle risiedono alcune decine di abitanti, mentre alla vigilia della
guerra '40/45 ve n'erano circa duemila: popolazione letteralmente decimata
(nel senso che oggi i residenti sono meno della decima parte dei residenti
sessant'anni fa). Vari fattori hanno agito concorrendo a
distruggere il tessuto sociale della Valle: tra questi l'ambiente arcigno
e le difficoltà da questo indotte; distruzioni e
incendio di quasi tutte le abitazioni con uccisione di
partigiani e
residenti inermi, nel rastrellamento (fatto da nazisti e repubblichini) del
Grappa del 1944; mancato intervento degli enti pubblici
per portare (in tempo utile) servizi essenziali come strade, acqua, elettricità e
telefono: questo intervento fu frenato, probabilmente, dai risultati
elettorali che vedevano in Valle (anni'50 - inizio '60) i partiti di sinistra con
percentuali assai più robuste che nelle altre frazioni del Comune.
Nell'autunno del 1971 ho operato proprio in Valle come
rilevatore per il Censimento della popolazione, e sono rimasto assai turbato nel trovare, a dieci chilometri appena di distanza dalla mia
zona di residenza (dove pure la vita era alquanto spartana), uno stato di cose tanto lontano sotto ogni punto di vista,
quasi inimmaginabile. Già allora la situazione sociale era compromessa,
legami e relazioni in disfacimento, in molti nuclei abitati si arrivava solo a piedi per sentieri impervi,
che si dipartivano dalla strada comunale. La
situazione di rovina sociale naturalmente si rifletteva anche sui comportamenti di
quelli che ancora resistevano, rendendoli ribelli e desiderosi di fuggire al
più presto, o passivamente rassegnati e privi d'ogni speranza. Ritengo
che il mancato o ritardato intervento pubblico per portare i servizi
essenziali sia stato il fattore determinante nella rovina della Valle,
nonostante isolati amministratori della frazione e un parroco in particolare
(Guido Caviola) si siano battuti
con decisione per salvare qualcosa, incontrando un muro di gomma.
Effettivamente mancava la volontà, nell' amministrazione comunale e nei
livelli superiori, di investire
nei servizi per la "Val de Sarén"; ricordo anche d'aver sentito affermazioni di
questo tipo: "la Valle? bisognerebbe bruciarla un'altra volta!"
da persone importanti, non nello sfogo -pienamente comprensibile- di qualche Valligiano! Poi,
lentamente, i
servizi sono arrivati, ma troppo tardi; ormai "i buoi erano scappati".
Il centro di riferimento della Valle è nella zona detta
Pian de la Cesa, caratterizzata da una
grande piazza con monumento, chiesa, ex scuola ora adibita ad incontri e
attività sociali. Molti nuclei abitati della Valle erano situati sul
dorso di colline (i
colmèi); le case sfuggivano così alle valanghe, frequenti e
devastanti in una zona in cui le nevicate sono spesso eccezionali:
Col dei
Pez, Col dei Bof,
Col dei Boffat, Col della Stua (nel novembre del 1971
c'erano lì due meli in fiore), Col dei Mùdoi,
Col della Misòla, Col dei
Scariòt, Col dei
Silvestri... e altri ancora. Oggi molti di questi e
altri gruppi di
abitazioni, caratteristiche per
stile e struttura, sono quasi del tutto abbandonati, alcuni già in
rovina e invasi dalla vegetazione. Rovina e abbandono di case costate immani
fatiche, se si pensa che i materiali per la costruzione non arrivavano con
autocarri, non c'erano gru a sollevarli...In altre regioni d'Italia si sono pure verificate
situazioni analoghe; in qualche caso l'assiduo interessamento di enti
pubblici e cittadini privati ha prodotto effetti positivi, con il recupero
di molti stabili finalizzato alla realizzazione di "alberghi diffusi",
naturalmente in zone a vocazione turistica.
La Valle di Seren ha sicuramente
tutti gli elementi per attrarre persone che possono trascorrervi
vacanze
tranquille in un ambiente dotato dalla natura di molteplici
motivi
d'attrazione. Uno sviluppo turistico della Valle è possibile, considerata la
sua ricchezza per varietà di paesaggi e situazioni ambientali; da
considerare pure sci da fondo sul versante nord del Grappa e sci alpinismo su
tutte le Prealpi che coronano la Valle. La parte più alta -le
Bocchette-,
alle pendici nord del Grappa, è stata e continua ad essere luogo di
alpeggio
estivo: naturalmente le malghe in attività sono ormai poche, quella più "ricca"
è stata risistemata e
ben attrezzata; altra vecchia malga (Valpore) è stata ristrutturata e
trasformata in centro
studi sui problemi della montagna, con attività didattiche e di svariata natura;
una terza è stata adattata a rifugio alpino.
Tutto l'altopiano attorno al Grappa è molto frequentato perché adatto ad
escursioni di ogni tipo; è rilevante per la tranquillità dei percorsi ed
interessante per la ricca flora prealpina. Più in basso varie costruzioni sono state acquistate e
sono usate (soprattutto da residenti nelle province di pianura) per trascorrervi il
fine settimana o qualche periodo d'estate. Ovviamente questo tipo di
utilizzazione non produce apprezzabili ricadute positive per la zona sul
piano economico: arrivano in macchina con quanto serve per il periodo
programmato, dopo averlo acquistato nel loro luogo di residenza, e se ne
vanno senza aver speso un euro, in tanti casi; è evidente che, se
l'abitazione fosse stata ristrutturata dai proprietari iniziali residenti a
Seren o in comuni vicini, almeno il reddito derivante dall'affitto sarebbe
rimasto "in zona". Gli enti pubblici, il Comune in testa, avrebbero dovuto e
dovrebbero stimolare e agevolare il recupero degli stabili da parte
dei proprietari, favorendo così la permanenza della proprietà degli edifici
nei residenti; incoraggiare anche l'insediamento di persone che amano la
natura, la vita semplice a contatto con una realtà che ancora parla dei
sacrifici degli abitanti la zona in tempi relativamente recenti: persone che a
loro volta si sacrificano per "recuperare" (rispettandone le caratteristiche) le
abitazioni in cui trascorrono periodi dedicati alla conoscenza e allo studio
della Valle, e producono e diffondono informazioni positive per la stessa (http://www.riccardodivalerio.eu/);
e soprattutto incentivare le iniziative di chi effettua adeguamento e
ristrutturazione di edifici per creare (http://www.alberodeglialberi.it/)
e avviare nuove iniziative, e risiedervi.
Il "Problema Valle" è sempre stato argomento di ampie
discussioni in ambito comunale: varie Amministrazioni che si sono
succedute a Seren hanno deciso la formazione di una "Commissione per la
Valle" o qualcosa di analogo. Ricordo d'aver fatto parte di una di
queste Commissioni, che si riuniva periodicamente. Si portavano tante
belle proposte e si discuteva e si verbalizzava il tutto ... e poi? poi finiva
il mandato, si facevano nuove elezioni, le varie liste presentavano le loro
proposte per la Valle che spesso, a insaputa dei neocandidati, coincidevano con
le proposte fatte nelle Commissioni precedenti. Parole parole tante parole, ma
fatti? Pochi!
Grazie alle difficoltà della Valle, altre frazioni del
Comune hanno potuto trarre dei vantaggi. Si sa che una delle
occupazioni predilette da Regioni e Stato è "far tagli ai Comuni"
(oggi più che mai!), i
quali Comuni cercano in tutti i modi di difendersi; un appassionato amministratore
del Comune di Seren, quando arrivavano i "TagliaFondiAiComuni", li portava a far un
giro in Valle e mostrava loro la situazione di estremo disagio della zona:
naturalmente si convincevano in fretta che i tagli al Comune di Seren non si
dovevano fare (sembra che in qualche caso si siano perfino commossi e scusati!); i
benefici dei mancati tagli andavano però alle frazioni più consistenti; alla
Valle solo le briciole.
Abbiamo sopra ricordato l'elevato numero di
residenti nella Valle di Seren 70-80 anni fa; è evidente che nemmeno la più
incredibile rinascita potrebbe sostenere tanti abitanti
(l'ipotesi non è nemmeno auspicabile!). Tuttavia le zone più idonee
potrebbero comodamente accogliere varie centinaia di residenti: persone che
amano vivere nella natura, che non temono di sopportare qualche
disagio, pur di non vivere nelle città come formiche, api o polli in batteria. In
fondo, se il luogo di lavoro da raggiungere è Feltre, Belluno, destra o sinistra Piave, il
disagio per un abitante di Valle non sarebbe superiore a quello degli abitanti di
Arsié, Lamón, Sovramonte.
Col dei Bof
La pagina è stata creata nell'agosto 2010. Lievi "ritocchi"
apportati nel 2012, con l'integrazione di alcune immagini (quelle con
"didascalia incorporata"). Attualmente -dalla primavera 2013- la Valle è al centro di
un robusto risveglio d'interesse: aggiornamenti sul sito http://www.valdiserenfondazione.eu/.
E' indispensabile che alle iniziative della Fondazione partecipi attivamente la popolazione
locale interessata: i pochi rimasti in Valle, i pochissimi che vi si sono
stabiliti per realizzare un sogno o vivere nella natura affrontando i sacrifici
che la scelta comporta, e i tanti che dalla
Valle sono partiti e ora sono più o meno lontani, ma continuano ad avere per
essa interesse (non solo economico), grande affetto e nostalgia; è indispensabile
questa attiva partecipazione, anche per impedire che alla fine a guadagnarci
siano solo i soliti "poteri forti", e a pagare, ancora una volta, "quei dala
Vàl", coi loro sogni e il loro territorio. ...e purtroppo
sembra che anche stavolta (siamo nel 2021) vada a finire così, in una bolla di
sapone.
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