POLITICA
ARISTOTELE: "ο άνθρωπος ζώον πολιτικόν εστί"
(L'UOMO E' UN ANIMALE POLITICO)
Solo a sentire questo termine, molti
inorridiscono, s'incazzano: "non fa per me", "stanne lontano", "io? mai!", "è
una cosa sporca", "la politica è merda" e via su questi toni.... E'
evidente che il modo di condurre la politica in Italia ha legittimato e
legittima pienamente tali giudizi negativi; ma poi capita spesso che coloro che
esprimono questi giudizi siano tra i primi a rivolgersi al
politico di moda
per ottenere favori non leciti, alimentando quella reputazione della politica di cui
si è detto.
Se pensiamo al significato letterale,
all'etimologia del termine, comprendiamo la differenza enorme tra come stanno le
cose e come invece dovrebbero stare:
POLITICA
da
πόλις τέχνη,
l'arte di governare "la città" (comune, provincia, regione, stato). Arte
di governare dunque, un concetto nobile cui tutti dovremmo inchinarci, cui tutti
dovremmo aspirare, e provare almeno in qualche occasione nella vita. Arte in cui
gli "artisti" dovrebbero, per prima cosa, non profittare del potere loro
assegnato per fini personali: incrementare il proprio patrimonio, favorire i
clan di parenti e amici, commettere soprusi nei confronti degli avversari;
in poche parole usare ciò che è di tutti per alimentare gli interessi personali.
Purtroppo i crimini appena citati accadono (con frequenza assai varia, per la
verità) in ogni paese, e sono accaduti fin da quando gli esseri umani si sono
organizzati in società civile. Quello che invece cambia da paese a paese e da
epoca a epoca in uno stesso paese, è il modo in cui i crimini sono visti
dalla popolazione da una parte, dai responsabili della politica dall'altra.
Là
dove vengono attaccati i giudici che applicano correttamente le regole, dove si
fa in modo che i corpi di polizia non abbiano gli strumenti per indagare,
controllare e reprimere il crimine, ebbene lì siamo in presenza di un potere
politico criminale. E non importa se questo potere politico è stato conquistato
con la violenza da un tiranno, o se si tratta di elementi eletti in normali
(all'apparenza) consultazioni: anzi, in quest'ultimo caso la cosa è ancora più
pericolosamente triste, in quanto
significa che siamo in presenza di un disfacimento morale e di una criminalità
così ampiamente diffusi, da coinvolgere e convincere vasti strati di
popolazione; la responsabilità di questi è evidente: chi tiene la scala al ladro è suo complice, allo
stesso modo chi vota per un ladro, sapendo che lo è, risulta
complice di un ladro.
Il Partito dei Ladri è dunque assai diffuso (sia nel tempo che nello spazio) ed ha molti sostenitori in ambienti apparentemente lontani dalla politica, anzi cerca spesso di camuffarsi sparlando della politica; è un partito non solo trasversale, ma anche verticale e orizzontale! Colpisce con maggior forza i politici al governo (ed è ovvio, dato che a questi sono affidati i ministeri con "portafoglio"). Spesso poi i partiti (adesso per essere trendy si fanno chiamare movimenti) commettono il grave errore di fare quadrato attorno ai sospettati per difenderli, e contribuiscono così a consolidare l'immagine negativa della politica che si è affermata nel tempo: per colpa di pochi fiori appassiti, tutto il bouquet diventa maleodorante e putrido!
Per far sì che i politici
e i loro partiti non pensassero più ad accaparrare denaro, fu ideato il
"finanziamento pubblico dei partiti": ogni partito rappresentato in Parlamento
riceve una somma proporzionale ai voti raccolti. I partiti vengono così a
disporre di consistenti risorse finanziarie, con cui affrontare le
campagne elettorali, e possono evitare di dedicare le proprie energie alla
ricerca di fondi necessari alla sopravvivenza. Così si pensò di rendere
più trasparente e meno corrotta la vita politica, ma il risultato fu
diverso, ed è sotto gli occhi di tutti, oggi. I politici non arraffano più per i
partiti, ora arraffano per se stessi, e questo peggiora la situazione. Ma il
"finanziamento pubblico dei partiti" ha prodotto danni maggiori,
allontanando ancor più il mondo dei politici dalla vita reale. Infatti prima del
"finanziamento pubblico" i partiti erano costretti ad effettuare il
tesseramento, perché così, con una somma libera pagata dall'iscritto, si teneva
in piedi il partito stesso. Quello del tesseramento era un momento d'incontro
tra il mondo della politica e la gente; di solito, poi, chi materialmente
effettuava il tesseramento in una zona, apparteneva alla gente di quella
zona. Ricordo con piacere il tesseramento per il PCI fatto a Porcen, passando
per le case, discutendo con gli abitanti, incontrando i loro reali problemi
quotidiani: quella era politica! Adesso ai partiti non interessa più avere
iscritti tesserati e cercare il "contatto con la base"; importante è avere voti, perché i finanziamenti
saranno proporzionali al numero di voti!
Un interessante documento, che sintetizza il
tesseramento del PSI a Porcen nel 1958, ci può far comprendere, nella sua
semplicità, quanto vicina alla popolazione fosse allora la politica, proprio grazie
alle operazioni e agli incontri legati al
tesseramento stesso.
TESSEREPSI | SOLDI | GERONTOCRAZIA | 5STELE |