CAMPAGNA E FRUTTI
di Porcen
Le escursioni nella zona
delle Prealpi (Porcen è un tipico paese prealpino), offrono inaspettate occasioni di relax
tra fiori meravigliosi e frutti delicati; ci sono pure prodotti tipici assai
gustosi. Di seguito alcune immagini da questi luoghi umili, ma meritevoli di
maggior considerazione.
Non è finito l'inverno e già bucaneve,
campanelline di primavera e crocus sfidano
le notti ancora gelide ricoprendo di bianco là dove la neve si è appena sciolta;
e tra la neve spicca l'azzurro della scilla bifolia.
La primavera sboccia con
cespi di primule, con distese blu di
anemoni (epatica) che talvolta prendono il colore
rosa e più raramente
bianco, con i
mezerei;
quindi
genziane, pervinche, non ti
scordar di me,
veroniche, aquilegie, sassifraghe
e poi, sopra i 900 metri, rododendro
nano e
rododendro irsuto, tipico delle località
montane a
terreno basico (prevalenza di rocce calcaree); numerose
le varietà di
orchidea, poi varie
genziane. E la rosa di
Natale: sarà il primo fiore dell'anno, oppure
l'ultimo? Naturalmente nei giardinetti curati con amore primeggiano le rose.
E poteva mancare la stella alpina? nei
giardini rocciosi è facile da trovare, sulle
Prealpi un po' meno... Su questa pagina potrai
trovare i fiori diffusi nel "territorio" della frazione di Porcen.
Ma "sui
fior no se magna, i contenta el ocio, ma no la panfa": così dicono gli
empiriconi; ecco allora le verdure coltivate in campi e orti e le piante
da frutto. Prevalgono tra gli ortaggi le colture di patata e fagiolo. Gli spazi
non abbastanza estesi e il frazionamento delle proprietà non
permettono la presenza di aziende dedicate esclusivamente a tali prodotti; le
coltivazioni costituiscono tuttavia una preziosa attività collaterale. Preziosa
per vari motivi: disponibilità di prodotti genuini e gustosi, possibilità
di fornire un reddito accessorio dalla vendita delle eccedenze non destinate
all'autoconsumo, soddisfazione e relax accompagnati spesso (non sempre!!) alle
attività orticole, cura e miglioramento dell'ambiente sotto l'aspetto estetico.
Ecco allora spuntare "fasoler"
di numerose varietà, carichi di un
frutto
sostanzioso dal
sapore tipico; ricordiamo che i "fasoi de
Lamon" solo in piccola parte arrivano da Lamon! Le
patate prodotte nei
terreni porcenesi sono considerate dagli esperti tra le più ricche di gusto; le
superfici dedicate alla coltivazione della patata sono ancora esigue,
tuttavia in aumento.
Non sono presenti, a
Porcen e frazioni adiacenti, attività dedicate in modo esclusivo alla
frutticoltura. E' stata attuata, come in altre zone, un'azione di recupero del
castagno, decimato dall'abbandono e da varie malattie. Il
castagno aveva avuto
grande importanza nella prima metà del XX secolo e in tempi ancor più lontani.
In particolare castagne e marroni fornirono, coi loro derivati conservabili per
tempi relativamente lunghi, un alimento sostanzioso, fondamentale a supportare
il notevole incremento della popolazione corrispondente all'esplosione
demografica di fine 800-inizio 900, quando si ebbe una riduzione della
mortalità, in particolare infantile, dovuta alla diffusione dell'assistenza
medica, mentre i tassi di natalità continuarono a lungo a rimanere elevati.
Naturalmente altre specie
di albero da frutto sono presenti, sparse qua e là in particolare lungo i filari
delle viti: melo, pero, susino,
pesco, fico, noce, nocciolo e
corniolo, questi
due ultimi soprattutto selvatici tra cespugli e boschi. Il ciliegio, un tempo diffuso
e ogni anno carico di irresistibili bacche, ha subìto attacchi di malattie che
l'hanno reso raro e spesso improduttivo.
La coltivazione della vite continua,
con gli appassionati del settore che cercano di dare forme più razionali ai
vigneti, introducendo varietà più pregiate delle tradizionali grinta,
mericana, grintòn e
nostrana bianca. Gli
antichi filari, con alberi da frutto al posto dei
pali di sostegno, vengono gradualmente eliminati, liberando così i prati da
ostacoli alle macchine per la fienagione.
Si deve mettere in evidenza che
numerose varietà di alberi da frutto sono sparite: meli, susini, ciliegi, peri,
peschi in particolare. Ricordo il sapore intenso di certe pesche a pasta gialla,
varietà tardiva ora introvabile.
Sparite, o almeno ridotte al lumicino, anche
alcune varietà di funghi, come i galét o dalét (canterellus cibarius).
Questo si è verificato a partire dal 1985 circa, probabilmente a causa di
siccità prolungate e ripetutesi vari anni, o per altre cause; nella
faggeta accanto al "Bosch
de la Fior", un tempo ricchissima di dalét e di brise (boletus
edulis), le due varietà non esistono più. Da qualche anno ho notato,
in parecchie zone, una ricrescita dei funghi, con una diffusione maggiore di
specie che amano climi più caldi, come l'eccellente
boletus aereus.